Schema di dichiarazioni rese ai sensi degli artt. 190,327-bis, 391-bis e 391-ter c.p.p. da persona informata sui fatti |
L'anno 1988 il giorno.............del mese di....................alle ore 16.40 in Firenze via.....................nello studio dell'avv.Paolo Legale, dinanzi al suindicato professionista ed alla Dott.ssa...................collaboratrice dello studio è presente Rossi Paolo nato a.....................il.................. residente a................via....................n...........il quale con riferimento al sopralluogo effettuato dalla ARPAT il giorno.....................,il quale, reso edotto della facoltà di non rispondere ed avvertito che, nel caso in cui si avvalga di questa facoltà, potrà essere disposta la sua audizione coattiva dinanzi al Pubblico Ministero o al Giudice, consapevole delle conseguenze di carattere penale a cui va incontro nel caso in cui affermi cose non vere, ed informato sulle modalità di colloquio non documentato, narrazione libera o verbalizzazione, afferma che intende rendere dichiarazioni mediante verbalizzazione. Mi presento nel suo studio questo pomeriggio così come concordato telefonicamente per tramite della signora ...................che è il direttore del personale della............................che ha stabilimento in............................ A.D.R. Lei mi domanda quali rapporti io abbia con la società.....................con stabilimento in................ed io le rispondo che sono dipendente di tale azienda dal 1987 e sono addetto alla manutenzione. A.D.R. Lei mi domanda di riferire che cosa io sappia in ordine al sopralluogo della ARPAT nello stabilimento................................in data.................ed io le rispondo che ero presente al lavoro quando arrivarono i funzionari della ARPAT. Fui io ad aprire il pozzetto di ispezione degli scarichi delle acque industriali. Al momento della apertura del pozzetto sentimmo un cattivo odore che io definisco di fogna e che gli esperti della ARPAT che erano due donne definirono di solfuri. A.D.R. Lei mi domanda se io altre volte avevo aperto il pozzetto e se avevo avuto mai modo di sentire odori come quello del giorno di cui sopra del sopralluogo della ARPAT ed io le rispondo che mai avevo sentito un odore così forte come quello di quel giorno. Io ho cercato di dare anche delle spiegazioni nel momento a quel forte odore o meglio ho cercato di formulare delle ipotesi tanto che ho pensato che si trattasse di una cattiva giornata di bassa pressione. Un certo odore di fogna si sente sempre alla apertura del pozzetto in quanto lì vicino a pochi metri passa la fognatura del Comune di.............nella quale è raccordata quella dello stabilimento............... ma ripeto mai ho sentito l'odore forte che si sentiva il giorno....................... Prendo atto che le presenti dichiarazioni potranno essere utilizzate processualmente. Il presente atto viene terminato alle ore 17.00. L.C.S. F.to Rossi Paolo F.to Avv.Paolo Legale Avvertenza: La raccolta di dichiarazioni da persona informata sui fatti, deve essere effettuata dal difensore con la consapevolezza che la persona intervistata potrà essere successivamente sentita sia dal pubblico ministero ovvero dalla Polizia Giudiziaria dallo stesso delegata, sia dal giudice. Il difensore deve, quindi, comportarsi come se fosse un notaio che, con criterio fotografico, raccoglie le dichiarazioni della persona esaminata. E' necessario che, preliminarmente alla redazione dell'atto, l'avvocato renda edotta la persona intervistata che ha la facoltà di astenersi dal rendere dichiarazioni nonchè della responsabilità penale per quanto dichiarato, in quanto il difensore, a differenza del pubblico ministero e della Polizia Giudiziaria, non ha alcun potere coercitivo di imporre l'intervista per cui può soltanto domandare alla persona che intende esaminare se consente al rilascio di dichiarazioni. Invero, in caso di rifiuto a sottoporsi all'intervista, ben può il difensore fare presente alla persona informata sui fatti che provvederà a richiedere l'espletamento di tale atto al pubblico ministero ai sensi dell'art.358 seconda parte c.p.p. e che, in tal caso, non le sarà consentito di astenersi dal rendere dichiarazioni. Il difensore, come si è detto, può rivolgere domande specifiche alla parte intervistata, al fine di approfondire gli aspetti più interessanti dell'intervista, ai fini dell'accertamento dei fatti. Nel fare questo è consigliabile che il difensore riporti integralmente nell'atto la domanda che viene posta, in modo che colui che, successivamente, legge le dichiarazioni abbia completa percezione della correttezza nella conduzione della intervista. Il difensore può, altresì, servirsi di un registratore, le cui bobine devono poi essere allegate all'atto che contiene le dichiarazioni; questo, ovviamente, con il consenso della persona informata sui fatti e dandone atto sempre nelle dichiarazioni. La registrazione è sicuramente uno strumento cautelativo per il difensore, costituendo elemento di riscontro della linearità e correttezza di conduzione dell'intervista difensiva e risultando particolarmente utile in quei casi nei quali la persona informata sui fatti, sentita successivamente dal pubblico ministero o giudice, si discosti da ciò che ha detto e sottoscritto con le dichiarazioni raccolte dal difensore. Il difensore, del resto, lo si è detto più volte, dal momento che è un neofita delle indagini, è bene che ponga in essere tutte le cautele possibili per dare prova della correttezza del suo agire. L'indicazione dell'anno, del mese, del giorno nonché dell'ora di inizio e di fine dell'intervista, è estremamente importante perché allorquando, probabilmente a distanza di tempo, la persona informata sui fatti verrà esaminata dinanzi al giudice, ben può il difensore porre una serie di domande di premessa sul fatto storico della data e delle modalità con le quali venne condotta l'intervista in studio. |
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